La notizia del fallimento della Richard Ginori ci lascia senza parole e non riusciamo ad esprimere i nostri pensieri e sentimenti. Non siamo in grado di capire tecnicamente cosa stia accadendo e come si possa con tanta scelleratezza trattare un pezzo della nostra storia personale. Chi non ha mai visto in casa propria o dei propri nonni «qualcosa» della “Ginori”?
Deve essere chiaro che non ce l'abbiamo con i giudici, che
hanno valutato e deciso per quello che sono le loro prerogative.
Ce l'abbiamo con quegli imprenditori che pensano più al
profitto che a lasciarsi dietro un'azienda migliore di quella che hanno
ereditato. Se la logica del capitalismo, della delocalizzazione e della
speculazione immobiliare prevalgono sul valore, anche costituzionale, del
Lavoro, allora vuol dire che nel 2013 questo nostro paese è diventato incivile
e più povero di quello che si pensa.
Ce l'abbiamo con quelle istituzioni che entrano nelle
vertenze per ragioni elettoralistiche o di battaglia mediatico-politica o di
semplice prestigio personalistico.
Ce l'abbiamo con quelle organizzazioni sindacali che hanno
firmato tutto anche separatamente, che si sono allontanate dai lavoratori,
dalla propria base, che non ne esprimono più i bisogni e le aspirazioni e non
organizzano una vera ed irriducibile resistenza alle manovre e ai provvedimenti
che colpiscono i lavoratori e lo stato sociale.
Ci vorrà tempo per capire se qualcuno di questi elementi ha
giocato un ruolo in questa vicenda.
Ora è il momento della solidarietà e della lotta «con» e
«per» le lavoratrici ed i lavoratori della Ginori.
È con loro e con le loro famiglie che ci schieriamo.
È a loro che esprimiamo la nostra solidarietà e la nostra
disponibilità a portare il nostro piccolo contributo alle loro iniziative.
Firenze, 9 gennaio 2013
DELEGATI RSU MENARINI
FIRENZE
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